Nizza Monferrato

La capitale del vino Barbera

Probabilmente con origine etimologica collegata ad una proprietà di feudi chiamata “Nice o Nicia”, Nizza mantenne per tutto il periodo medioevale il determinante “della paglia” riferito alla presenza di case ricoperte di paglia oppure alla vicinanza ad un corso d’acqua ricco di erbe adatte all’essicamento.

L’anno 1225 è considerato quello di fondazione della città avvenuta dall’unione dei terrazzani di sette castelli circostanti. 

Nel 1264 entrò a far parte del marchesato di Monferrato, nel 1268 subì da parte di Carlo d’Angiò il primo di una lunga serie di assedi che hanno caratterizzato la sua storia.

Il più famoso fu quello dell’anno 1613 quando le truppe savoiarde guidate dal conte Guido Aldobrandino San Giorgio, occupata Alba, si diressero verso Nizza. Il 12 maggio cominciò l’attacco che proseguì per dodici giorni contro gli assediati guidati dal governatore Manfrino Castiglione.

Sul finire del primo giorno (12 maggio) mentre una folla radunata nella chiesa dei frati minori osservanti di San Francesco (l’attuale chiesa di san Giovanni) implorava Dio per la vittoria, avvenne, nella cappella dedicata a san Carlo il miracolo della lampada che si accese spontaneamente ed arse a lungo senza lucignolo.

Dopo 12 giorni, essendo giunti numerosi rinforzi, il San Giorgio dovette ritirarsi. 

In seguito la lampada fu tolta dalla cappella durante uno dei tanti assedi e sotterrata.

Si narra che un giorno un cavallo, passando sul luogo che celava l’oggetto sacro, si impennò e si mise a raspare il terreno così energicamente da rimettere in luce la lampada, che ritornò nella sua sede.

Nel 1796 durante l’invasione francese, un sacerdote, padre Ameglio pensò di sottrarla ad un eventuale furto portandola al suo domicilio. Prima che i francesi di ritirassero, però, il sacerdote morì e della lampada si perse ogni traccia.

A testimonianza della sua esistenza ancora oggi nell’attuale parrocchia di san Giovanni in Lanero vi è una lapide di marmo nero con iscrizioni a caratteri dorati a ricordo del famoso miracolo.

La città di Nizza rimase sino al settecento sotto il dominio dei Gonzaga, in seguito fù governata dai signori di Mantova e dai feudatari locali, quali i baroni Crova.

Quando l’eco della rivoluzione francese giunse in queste terre ci furono numerosi e violenti scontri tra la popolazione e gli invasori. I nicesi subirono saccheggi, distruzioni di ogni genere, imposizioni di onerosi tributi e pestilenze che provocarono uno stato generale di grave decadimento.

I fiorenti filatoi rimasero inerti, le maestranze sul lastrico e nelle campagne abbondavano banditi che assalivano e derubavano i viandanti. Tramontato il dominio napoleonico, nizza ritornò alla dinastia sabauda e la vita riprese lentamente il tenore di un tempo, soprattutto per merito del cav. Pio Bernardo Corsi di Bonasco che si dedicò attivamente alla rinascita della città.

Curò la pulizia ed il decoro dell’abitato, la manutenzione delle strade, per ripristinare gli scambi con i paesi vicini e diede un energico impulso al mercato poichè la città era situata in una felice e proficua posizione topografica.

Oggi Nizza Monferrato è una ridente cittadina posta a 267 metri s.l.m. in un territorio collinare, colline che la letteratura ha definito “tra le più belle del Monferrato “.

Zona ideale per la coltivazione di uve forti e corpose per questo viene definita “la capitale del vino Barbera”.